Una platea attenta ha goduto di una serata all’impronta del gusto e, appunto, dell’eccellenza.
Cantine PAPA e Renzini, hanno solleticato e conquistato il palato dei presenti.
Vino autoctono e norcineria sopraffina, hanno fatto da giusto corollario a quello che, ormai, va consolidandosi quale appuntamento fisso, per gli amanti dell’estratto d’uva e di tutti i migliori derivati da allevamento e agricoltura.
Chi pensa al falerno non può non portare la mente alle Cantine Papa, di Falciano del Massico Rappresentata in provincia di Caserta da Severino Ghidelli.
È stato proprio il loro patron, il prof. Antonio Papa, figlio del capostipite Gennaro, a raccontare della sua impresa, dalle origini all’attualità, affascinando gli intenditori convenuti con un’avvolgente dialettica.
Archeologo e storico, il professor Papa, parlando del maestoso falernum, ha accompagnato i presenti in un excursus temporale partendo dal 320 a.c., fino ai giorni nostri.
“Il vino è cultura e tradizione- ha sentenziato il capo delle Cantine Papa – È cultura del territorio. Nel vino si possono leggere anche tutte le sfumature storiche e, appunto, culturali dell’aria da cui quella bottiglia prende origine”.
Insomma, una vera e propria lezione tra storia, archeologia e vino che, da preparato sommelier, ha saputo raccontare con la maestria di chi, in quel che fa, ci mette tutta la passione, tutto il cuore.
Calici di nettare accompagnati dall’alta norcineria Renzini, ben rappresentata da Mimmo Natale.
Prodotti umbri dai sapori netti e genuini, che rimarcano orgogliosamente una tradizione esportata nel mondo e tutta italiana, antica di ben otto secoli.
Riuscitissima serata, quella curata nei minimi dettagli da Domenico Merola, che ha attratto appassionati dalla provincia Caserta, Napoli e dalla più lontana Puteoli.
Giuseppe Valletta, Luigi e Filippo, dell’enogastronomia Zia Menica, non hanno nascosto entusiasmo e soddisfazione per la riuscita dell’evento.
Di Nando Cimino